PISTA CICLOROTELLISTICA – Risposte e domande dalla Lupus in Fabula

Vorremo rispondere al  Sig. Michele Ravagli – Presidente della Società di pattinaggio Torollski Center ASD – che la nostra opposizione a questo tipo di progetto non è dovuta ad una preconcetta contrarietà agli impianti sportivi ma riguarda una questione di merito e di metodo.

Rispetto al metodo sarebbe buona prassi che di fronte a opere pubbliche o private importanti sia previsto un confronto preventivo e istituzionale tra i vari portatori di interessi; ognuno potrebbe far conoscere le proprie esigenze ed ascoltare quelle altrui; invece le amministrazioni locali continuano ad evitare questi passaggi di democrazia, scatenando dei conflitti a posteriori che non convengono a nessuno.

Se ci fossimo confrontati sarebbe stato evidente che noi ambientalisti pensiamo molto ai bambini; da tempo denunciamo che quando continuiamo a deteriorare l’ambiente gli stiamo rubando il loro futuro. Noi riconosciamo il valore dello sport, quando è sano ed educativo, ma lo sport non può prescindere dalla tutela ambientale come invece sta avvenendo a livello locale e nazionale (da Cortina al Catria, dagli stadi di serie A alle cittadelle dello sport): fare sport in un ambiente naturale e non  inquinato dovrebbe essere un valore condiviso da sportivi e ambientalisti (pensate il camposcuola di Pesaro senza alberi: come cambierebbe la qualità dell’esperienza motorio-sportiva?). Facciamo anche presente che la Costituzione, oltre che il diritto allo sport, difende, con gli art. 9 e 41,  anche il paesaggio, la biodiversità e l’ambiente naturale e che la UE, non finanzia i progetti legati al PNRR, se ci sono impatti ambientali negativi.

Di conseguenza, vorremo invitare il Sig. Michele Ravagli a dormire sonni tranquilli, quantomeno non disturbati dai tanto vituperati “ambientalisti”: né La Lupus in Fabula, né le altre Associazioni Ambientaliste ed Animaliste del territorio sono contrari sia alla pista polivalente per ciclismo e pattinaggio che alla realizzazione di impianti sportivi in genere.

.Il problema non è la realizzazione o meno dell’impianto, ma il luogo scelto e che cosa comporterà questa scelta. Gli aspetti che ci preoccupano  sono i seguenti:

-quanto dichiarato dal Prof. Fabio Salbitano (docente Università Sassari e referente scientifico dell’Assessorato Ambiente) durante la seduta del 10 scorso della “Consulta della Sostenibilità” che indica le criticità del progetto nella perdita di servizi ecosistemici che l’abbattimento di 126 alberi (alcuni di grande taglia e comunque 73 di specie tutelate) genererà; l’impatto, oltre che relativo alla perdita di biodiversità, avverrà soprattutto sulla sfera della salute delle persone, considerando che l’area fortemente industrializzata/antropizzata (da un lato l’insediamento industriale/artigianale di Via Toscana ed adiacenze, dall’altro l’area commerciale/residenziale della Torraccia) porta con sé un livello di ozono, polveri sottili ed altri inquinanti, che sarà meno attenuato rispetto alle condizioni attuali se dovessero avvenire gli abbattimenti e l’inserimento di nuove attività umane in quel delicato sistema naturale;

-quanto espressamente indicato nella “Relazione paesaggistica per interventi di limitato impegno territoriale” facente parte del Progetto esecutivo dell’impianto da realizzare ed ufficialmente agli atti del Comune, che in un passaggio, che riteniamo possa essere determinante, recita testualmente “All’interno dell’area, come evidenziato nel PRG, è presente il vincolo di tutela di fiumi e corsi d’acqua disciplinata dall’attuale art 142 D.Lgs. 42/2004 che prevede una fascia di tutela dei corsi d’acqua pari a 150 m dal ciglio di sponda o dal piede esterno dell’argine. E’ presente anche il vincolo PAI sull’area oggetto d’intervento che classifica l’area come area a rischio esondazione R3 – elevato.”

Siamo così costretti a ricordare, che in un’area non molto distante ed avente caratteristiche simili quanto al rischio esondazione, era stato previsto da parte dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche,  la realizzazione di un laboratorio di “bio-sicurezza” di tipologia BSL3; l’IZSUM ha invece deciso di spostare in altra località la realizzazione di tale Laboratorio anche a causa dell’avvenuto allagamento, con oltre mezzo metro d’acqua,  nello scorso autunno del terreno interessato, cosa documentata dai quotidiani locali e da tanti cittadini.

Oltre alle tante perplessità che assalgono noi “soliti ambientalisti” chiediamo ai Responsabili delle Società Sportive interessate alla realizzazione della Pista polivalente, nonché ai Progettisti, ai Tecnici ed Amministratori Comunali:

-nell’ipotesi, di una esondazione del Fiume Foglia o comunque di allagamento dell’area, quali danni subirebbero le progettate piste e relative infrastrutture?

-a carico di chi sarebbero gli eventuali danni? Chi ne coprirebbe i costi?

-a chi andremo a chiedere conto della spendita, forse non troppo avveduta, degli ora preventivati 2milioni di euro, sempre di soldi pubblici, peraltro in buona parte a “debito” della finanza comunale?

Pesaro, 15 luglio 2024

La Lupus in Fabula OdV