Il lupo è di sinistra

Le notizie che arrivano dai lavori della commissione europea non sono confortanti per chi ritiene fondamentale l’impegno per la salvaguardia della biodiversità, parola che vuol dire vita per tutti. I diplomatici dell’Ue hanno deciso di votare a favore della presentazione di una mozione per declassare lo status dei lupi ai sensi della Convenzione di Berna del 1979 sulla conservazione della vita selvatica e degli habitat naturali in Europa. Si tratta di declassare da “rigorosamente protetto” a semplicemente “protetto” lo status di protezione del lupo, e quindi di aprire la strada a possibili abbattimenti quando questi predatori non dovessero comportarsi come il galateo della civiltà impone.

La proposta è stata approvata a seguito della decisione del governo tedesco di votare a favore, anziché astenersi come fatto finora. Il governo italiano, votando a favore della proposta, conferma la sua posizione anacronistica e fortemente ideologica sulla protezione della biodiversità in Europa e in Italia. Solo l’Irlanda e la Spagna si sono espresse contro, mentre la Slovenia, Cipro, Malta e il Belgio si sono astenuti.

Quello che qui preme sottolineare è la rete di argomentazioni messe in atto dai governanti dei vari stati, che possono riassumersi in questi due concetti: il lupo disturba la pastorizia e l’agricoltura, provoca terrore ai tanti turisti che vogliono godersi i luoghi della vacanza in modo sereno, e quindi è diventato un fattore antieconomico. Il secondo aspetto, completamente antiscientifico, tende a minimizzare se non ad annullare il valore e il ruolo del lupo e della fauna selvatica all’interno dell’habitat naturale: avendo questo ormai un carattere artificiale non ci sarebbe più posto per lui.  Insomma il lupo ha posto solo nelle fiabe romantiche, porta fortuna solo se crepa, e la nostra specie, la sapiens, ha deciso che la canis lupus ha alzato troppo la cresta e va ridotta nel numero.

Quando parliamo di antropocentrismo velenoso intendiamo proprio questo tipo di atteggiamento: le altre specie devono servire ai nostri interessi e non devono ostacolare le attività antropico-produttive che costituiscono il nostro mondo.

La nostra ferma convinzione, come associazione ambientalista che porta nel nome proprio la figura del grande predatore, è che la selvatichezza, rappresentata dall’orso o dai lupi, continua a resistere all’era tecnologica. “La selvatichezza – dice Amitav Ghosch – è l’enigma che vivrà in ogni elemento di un futuro sostenibile”, garantirà che anche nell’epoca di Plastocene vi saranno fenomeni imprevedibili che ci interrogheranno sul senso della nostra civiltà. Il lupo è notoriamente di sinistra, e l’Europa, spostata a destra, non ha perso l’occasione per colpirlo. Ma questo nostro lupo può contare sull’intelligenza di tutti coloro che non si rassegnano, e non si rassegneranno mai, a privilegiare l’artificiale sul naturale.

28 settembre 2024